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Immagine del redattoreDavide Pagani

CRASH




È stato un colpo al cuore vedere la caduta di quella giovane casa motociclistica scandinava. Le loro motociclette erano come opere d'arte in movimento, incarnazioni di un'estetica audace e avveniristica. Ogni dettaglio, ogni linea, trasudava innovazione e passione.

Era come se ogni moto avesse un'anima propria, pronta a sfidare le convenzioni e a solcare l'asfalto con grazia e potenza. La loro audacia nel design ha ispirato una generazione di appassionati di motociclette, trasformando le strade in una tela su cui dipingere la propria avventura.

E ora, vedere il loro marchio svanire è come perdere un pezzo di storia, un'ispirazione per il futuro. È una lezione amara sulla fragilità delle imprese, sulla necessità di bilanciare l'audacia con la solidità finanziaria.

Ma anche nella loro fine c'è un bagliore di speranza. Speranza che qualcuno possa raccogliere il loro testimone, che l'eredità di innovazione e bellezza possa vivere attraverso altre strade e altri progetti. Speranza che il loro spirito non sia disperso, ma continui a guidare chi sogna di spingersi oltre i confini del possibile.

In questi giorni di addio, ci inchiniamo al loro coraggio e alla loro creatività. Che le loro motociclette continuino a ruggire nei nostri cuori, come simbolo di un'epoca in cui l'audacia e la passione erano padrone delle strade.


La notizia della fine di CAKE è come un pugno nello stomaco per chi ha creduto nel sogno di Stefan Ytterborn. È come se un pezzo di futuro, di innovazione, si sia spento improvvisamente, lasciandoci con un vuoto doloroso.

Le moto di CAKE erano più di semplici mezzi di trasporto. Erano simboli di una nuova era, di un modo di concepire la mobilità in armonia con l'ambiente e con uno stile di vita moderno. Il loro design unico, quasi futuristico, era una dichiarazione audace di originalità e funzionalità.

Eppure, non tutti hanno compreso la loro essenza. Alcuni hanno deriso il loro aspetto insolito, ignorando il valore intrinseco dietro quella forma essenziale. Ma per chi le ha amate, le moto CAKE rappresentavano molto più di un semplice mezzo di trasporto. Eran veicoli di libertà, di avventura, di speranza per un futuro più sostenibile.

Ora che il marchio è scomparso, ciò che resta è un senso di perdita e di rimpianto. Rimpianto per ciò che poteva essere, per le strade non percorse, per le menti non ispirate. Ma anche una determinazione a non dimenticare il loro contributo, a portare avanti il sogno di un mondo migliore, un passo alla volta.

Che le moto di CAKE possano continuare a ispirare, anche se il loro rumore è svanito. Che il loro spirito di innovazione e sostenibilità possa vivere attraverso altri mezzi, altre idee. Che il ricordo di questa factory scandinava continui a guidarci verso un futuro più luminoso, dove la bellezza e l'utilità vanno di pari passo.



È vero, i prezzi delle moto CAKE non erano così proibitivi come alcuni potrebbero pensare. In effetti, considerando tutti i vantaggi che offrivano, sembravano un investimento ragionevole per coloro che abbracciavano lo stile di vita elettrico e sostenibile.

Con un'autonomia sufficiente per le esigenze quotidiane, la comodità della ricarica da una normale presa di corrente e l'esenzione da tasse e restrizioni ambientali, le moto CAKE sembravano essere un'opzione attraente per molti. Inoltre, la possibilità di pagare a rate rendeva l'acquisto ancora più accessibile, aprendo le porte a una vasta gamma di acquirenti.

Allora, cosa è andato storto? È una domanda che molti si pongono, cercando di capire come un'azienda con basi così solide abbia potuto fallire. Forse, nonostante i loro sforzi, CAKE non è riuscita a penetrare abbastanza nel mercato, a comunicare efficacemente il valore unico delle loro moto, o a garantire una gestione finanziaria solida nel lungo termine.

È una triste realtà che anche le migliori intenzioni e le migliori idee possano essere travolte dalle sfide del mercato e della gestione aziendale. Ma non possiamo dimenticare l'eredità di innovazione e sostenibilità che CAKE ha lasciato dietro di sé. Che possa servire da lezione e ispirazione per coloro che continuano a cercare nuove strade verso un futuro migliore.


In effetti, sembra che molte case motociclistiche, non solo in Italia ma anche in altre nazioni, manchino di un vero e proprio processo di coinvolgimento e fidelizzazione del cliente. È come se dopo il primo contatto, tutto si fermasse e ci si aspettasse che il cliente si arrangi da solo.

Ma la verità è che il legame con i clienti va oltre la semplice presentazione di una moto, la sua vendita o il demo ride. È una relazione che deve essere coltivata nel tempo, attraverso esperienze significative e un sostegno costante. Dovrebbe essere un viaggio condiviso. Questo viaggio inizia dal primo contatto, oggi diremmo dall'online, da. quando mi iscrivo alla newsletter o esprimo interesse per un modello particolarmente interessante per me. E questo non solo porta a una maggiore fedeltà del cliente, ma anche a una maggiore soddisfazione e ad un passaparola positivo che può contribuire al successo a lungo termine dell'azienda.



"Ed ora al lavoro. Mettiamo in pratica questo processo"

Davide Pagani - Consulente in Sales & Marketing and Digital Transformation

mobile: +39.347.96.43.418


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